Saluti del Segretario Generale (Ulisse) e del Comitato Centrale

(nuovo)Partito comunista italiano

Comitato Centrale

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11 agosto 2020

 

Contributo del (n)PCI al Dibattito FnRP sulle elezioni convocato per martedì 11 agosto, Marina di Massa

 

Compagni, il Comitato Centrale del (nuovo)Partito comunista italiano mi ha incaricato di dirvi cosa faremo noi comunisti nelle elezioni annunciate per settembre e cosa noi riteniamo devono fare tutti quelli che vogliono instaurare il socialismo in Italia. Queste elezioni hanno una particolare importanza sia per il campo della borghesia imperialista e del suo sistema di potere, sia per il campo delle masse popolari e del sistema del potere delle masse popolari organizzate che deve prendere il posto del sistema di potere della borghesia.

Le elezioni si svolgono dopo che anche in Italia la pandemia ha mostrato alla luce del sole lo sfacelo che la borghesia imperialista ha prodotto nel mondo negli ultimi quarant’anni: i quarant’anni in cui la borghesia imperialista non è stata più occupata a far fronte all’ondata delle rivoluzioni democratiche e socialiste che la vittoria della Rivoluzione d’Ottobre aveva sollevato nel mondo intero e i capitalisti sono stati nuovamente liberi di comportarsi ognuno come la valorizzazione del suo capitale esigeva.

Se i vertici della Repubblica Pontificia non troveranno un qualche pretesto per rinviarle, in Italia l’esito delle prossime elezioni probabilmente metterà fine ai governi basati sulla sottomissione del M5S al sistema delle Larghe Intese. Prima tramite la Lega di Matteo Salvini, l’ala demagogica del sistema delle Larghe Intese, l’ala che fa proclami contro l’Unione Europea ma governa regioni e comuni con Berlusconi e la rete della malavita organizzata e serve la NATO e l’Unione Europea. Poi tramite il PD di Nicola Zingaretti, l’ala tradizionalista delle Larghe Intese, quella che si dichiara antifascista ma serve la NATO e l’Unione Europea e fa anche propaganda a loro favore.

Il M5S è il risultato del malcontento, dell’insofferenza e dell’indignazione per il corso delle cose che hanno portato tanti elementi delle masse popolari ad astenersi dal voto negli ultimi anni. Quelli che invece di astenersi hanno aderito al M5S hanno dato vita a una forza politica della quale i vertici della Repubblica Pontificia infine hanno dovuto tener conto nella formazione dei loro governi. Ne sono venuti i due governi Conte. Ufficialmente il M5S era alla testa del governo, ma non si era dato i mezzi per attuare le promesse che aveva fatto ai suoi elettori, per mettere in atto le misure che aveva fatto balenare agli occhi delle masse popolari e che in molti campi corrispondevano alle migliori aspirazioni e ai migliori sentimenti di tanti lavoratori. I governi Conte hanno continuato

- a servire la NATO e l’Unione Europea;

- a tollerare la distruzione dell’apparato produttivo del paese (esemplari i settori auto, siderurgia, elettrodomestici, farmaci), del sistema sanitario e degli istituti scolastici e universitari, l’inquinamento, il cambio climatico e la devastazione dell’ambiente, delle infrastrutture e del patrimonio abitativo;

- a contribuire alla devastazione dei paesi oppressi e ad alimentare l’emigrazione;

- a lasciare che nel nostro paese si estendano malavita, corruzione, abbrutimento, miseria, disoccupazione e grandi opere inutili e dannose.

Il sistema capeggiato dalla borghesia imperialista fa acqua da tutte le parti. I mandanti delle stragi di Stato e i loro complici invocano a gran voce in piazza verità e giustizia per le stragi di Stato; poliziotti, carabinieri e secondini  abbrutiti sono chiamati a pagare le conseguenze dell’opera dei loro dirigenti e superiori; ladri, magistrati, impresari e uomini politici si accusano l’un l’altro di delitti e di malaffare.

E tutto questo non è questione solo del nostro paese: è quello che in questo periodo avviene in ogni paese imperialista. La borghesia imperialista non è in grado di fare altro che cercare di guadagnare tempo, mentre rende più diffusa e grave la guerra che già costituisce tanta patte dell’attività umana.

Questo per quanto riguarda il campo della borghesia imperialista, per capire come intervenirci.

Ma ai fini della nostra opera, ben più importante è capire quello che dobbiamo fare nel campo delle masse popolari e farlo. Anche nel nostro paese, tra le masse popolari molti hanno tratto lezioni salutari dallo sfacelo creato dalla borghesia imperialista. Contro il corso delle cose si sono formati tra le masse popolari centinaia, forse migliaia di nuovi organismi. La pandemia ha accelerato questo processo. Noi dobbiamo consolidare questi organismi, rafforzarli in modo che svolgano compiti maggiori e si coordinino tra loro. Essi possono diventare gli organi locali del nuovo potere: questo dobbiamo farli diventare. Le elezioni sono un momento di mobilitazione, un periodo in cui l’interesse per l’andamento delle cose è maggiore: dobbiamo approfittarne per rafforzare l’attività degli organismi popolari, crearne di nuovi, orientarli tutti a diventare ognuno l’organo locale del potere delle masse popolari organizzate. Tutti quelli che presentano liste, che si candidano, quali che siano le loro aspirazioni, i loro progetti e le loro promesse, se già oggi non lavorano principalmente e con tutte le forze di cui dispongono per rafforzare la rete del potere delle masse popolari organizzate, saranno usati dalla borghesia imperialista per dare lustro e prestigio alle sue istituzioni e alle sue autorità. La borghesia imperialista cerca di far servire le elezioni alla selezione di nuovi suoi agenti e autorità. È quello che ha fatto in questi ultimi anni con tanti deputati, senatori, consiglieri e ministri del M5S. È quello che ha fatto nel passato, quando il vecchio PCI era grande e forte. Noi comunisti all’opposto cerchiamo di far emergere, selezionare e formare esponenti e promotori del potere delle masse popolari organizzate, di creare organi del nuovo potere. Le istituzioni dello Stato borghese non sono in grado di creare un futuro per l’umanità, le masse popolari organizzate sì. Operando concretamente in ogni circostanza, sulla base delle condizioni concrete, noi dobbiamo promuovere la costruzione della rete degli organi del nuovo potere. Questo è il compito che noi comunisti ci assumiamo, questo è il compito che indichiamo a ogni persona di buona volontà che vuole costruire un futuro per il nostro paese e contribuire alla nuova ondata di rivoluzioni democratiche e socialiste che sta sorgendo in tutto il mondo. Questo è anche l’appello che rivolgiamo ai membri dei gruppi derivati dalla frammentazione del PRC nato nel 1991 e ai membri del M5S. È nelle aziende capitaliste e pubbliche, nelle istituzioni pubbliche dove sono aggregati una parte dei lavoratori, nei territori dove abitano e possono organizzarsi, che si costruisce il futuro.

A quelli che sono convinti che è possibile rimediare ai mali del presente senza instaurare il socialismo, che sono candidati o sostenitori di liste con buoni propositi, noi diciamo: datevi da fare già oggi per avere i mezzi per attuarli. Avete visto la sorte che è capitata al vecchio PCI dal 1948 in poi: grande e forte ma ha ingoiato contento o di malavoglia quello che hanno fatto le istituzioni dello Stato borghese ristabilite dopo il crollo del fascismo. Vedete cosa fanno i governi M5S, nonostante le buone aspirazioni di tanti esponenti.

Noi esortiamo tutti ad avanzare con scienza e coscienza. Questa è la strada che noi seguiamo. Alle persone più generose chiediamo di mettersi su questa strada. È a partecipare a questa grande opera nazionale e internazionale di salvezza che il Partito comunista chiama ogni persona di buona volontà e le dà modo di partecipare.

Compagno Ulisse, segretario generale del Comitato Centrale del (n)PCI